Sitges 2014: recensione di “The Stranger” di Guillermo Amoedo

The Stranger

Dai creatori di "Nel cinema di zombie, non diremo la parola zombie", arriva "Nel cinema di" vampiri parleremo di una strana malattia.'

Ed è quello uno dei più grandi difetti di «The Stranger» è che non è sincero con se stesso. Senza dubbio stiamo guardando un film sui vampiri, non importa quanto vogliano vendercelo in un modo diverso. Questa strana malattia di cui si parla costantemente è un tentativo di dare una svolta a un sottogenere così banale, anche se ciò non basta affatto visto che il film di William Amedo ripete tutti gli argomenti dei film horror, non importa quanto voglia venderci un nuovo film.

Siamo di fronte a un film visto centinaia di volte, quindi per cominciare non ha nulla di nuovo, a cui bisogna aggiungere che non è nemmeno abbastanza interno, molto probabilmente a causa di un brutto ritmo, che fa disperare lo spettatore, poiché un altro inconveniente sarebbe che è totalmente prevedibile.

Le interpretazioni lasciano a desiderare e un finale redentore del protagonista non incoraggia ad uscire dalla stanza con il buon gusto in bocca.

Un nastro totalmente sacrificabile, ed è un peccato perché ci si aspettava più di un film dai creatori di un interessante «Aftershock«, visto nel Festival di Sitges dal 2012 e un passabile «Inferno verde«, Visto nello stesso concorso l'anno scorso.

Voto: 3/10


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